Tamoxifene EG compresse rivestite Tamoxifene Citrato

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Pertanto, durante il trattamento con tamoxifene, si devono evitare il più possibile i potenti inibitori di CYP2D6 (per esempio paroxetina, fluoxetina, chinidina, cinacalcet o bupropione – vedere paragrafi 4.5 e 5.2). Lo stesso in caso di dolore toracico o dispnea che potrebbero essere sintomi di embolia polmonare, o se si presenta dolore addominale o un sanguinamento vaginale anormale che potrebbero indicare un possibile cancro dell’utero. Anche in caso di tosse e dispnea che potrebbero essere sintomi di una polmonite interstiziale le pazienti dovranno essere istruite ad avvisare il proprio medico.

TAMOXIFENE (RATIOPHARM) 20 mg compresse rivestite

Sono consigliabili periodici controlli della crasi ematica, piastrinemia inclusa. Modo di somministrazione Le compresse devono essere assunte intere con un po’ d’acqua, preferibilmente sempre alla stessa ora. Su queste pagine potrete trovare una lista aggiornata di farmaci e bugiardini. Potrete navigare queste https://www.hikeaddicts.com/i-5-migliori-negozi-di-anabolizzanti-in-italia-la/ pagine per tipologia di farmaco, effettuare delle ricerche o sfogliare le pagine che compongono questa sezione. Studi sull’animale hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Tamoxifene ed i suoi metaboliti principali sono potenti inibitori dell’ossidasi del sistema del citocromo P450.

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  • Il tamoxifene è disponibile in forma di compresse per uso orale all’interno delle quali può trovarsi in concentrazioni di 10 mg o 20 mg.
  • La possibilità di eventi avversi gravi nei lattanti indica che l’allattamento deve essere interrotto durante la terapia con tamoxifene.
  • Nelle pazienti con carcinoma mammario, a livello del tumore, tamoxifene agisce principalmente come un antiestrogeno, inibendo il legame degli estrogeni endogeni ai recettori estrogenici.
  • Le compresse devono essere conservate in un luogo sicuro, lontano dalla portata dei bambini; un’eventuale assunzione accidentale metterebbe a repentaglio la loro salute.
  • L’uso concomitante di mitomicina (anche in piccole dosi) e tamoxifene aumenta il rischio di sindrome uremico emolitica, anemia e trombocitopenia, pertanto deve essere evitato.

Le pazienti che assumono contemporaneamente TAMOXIFENE AUROBINDO e anticoagulanti di tipo dicumarolico devono essere attentamente seguite in quanto l’attività anticoagulante può essere significativamente potenziata. Somministrato per via orale, il tamoxifene si trova all’interno di numerosi medicinali che, per essere dispensati, necessitano di presentazione di ricetta medica ripetibile. Tuttavia, essendo classificati come farmaci di fascia A, il loro costo può essere rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), interamente o parzialmente, a seconda dei casi (può essere necessario il pagamento di un ticket).

Lupus eritematoso cutaneo è stato osservato molto raramente in pazienti trattate con tamoxifene. Quando tali effetti collaterali sono gravi, è possibile controllarli attraverso una semplice riduzione del dosaggio senza influenzare la risposta al trattamento. Nel trattamento a lungo termine gli effetti collaterali segnalati sono meno frequenti o meno gravi rispetto a quelli osservati con androgeni ed estrogeni impiegati per il trattamento della stessa patologia. Sebbene non sia stata stabilita alcuna relazione causale con il farmaco, sono stati segnalati pochi casi di aborti spontanei, anomalie congenite e morti fetali in pazienti che avevano assunto tamoxifene. L’impiego di tamoxifene in pazienti sottoposte a terapia con anticoagulanti tipo dicumarolico può aumentare significativamente l’attività anticoagulante; è consigliabile in questo caso uno stretto monitoraggio degli indici di coagulazione.

La condizione di polimorfismo di CYP2D6 può essere associata ad una variabilità della risposta clinica al tamoxifene. Le conseguenze delle evidenze per il trattamento dei metabolizzatori lenti di CYP2D6 non sono state pienamente analizzate (vedi paragrafi 4.4, 4.5 e 5.2). Embolia polmonare (tasso di incidenza per 1000 anni/donna pari a 0,75 nel gruppo delle donne trattate contro 0,25 nel gruppo di controllo). Durante il trattamento con tamoxifene è stata riportata un’aumentata incidenza di alterazioni dell’endometrio, comprendenti iperplasia, polipo e tumore maligno e sarcoma dell’utero (per lo più tumore maligno mulleriano misto). L’escrezione del tamoxifene avviene principalmente per via fecale e un’emivita di eliminazione è stata calcolata pari a circa 7 gg per il farmaco immodificato mentre per l’N-desmetiltamoxifene, il principale metabolita in circolo, è risultata pari a 14 gg.

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